N° 110

 

L’ORA DEL LUPO

 

 

1.

 

 

            Qualcuno ritiene la boxe uno sport barbaro. Che senso ha esaltarsi nel vedere due persone che si picchiano? Si chiedono. Altri pensano che sia una valvola di sfogo per la violenza repressa che è in ognuno di noi. Altri ancora ricordano che per molti la boxe è stato il mezzo per sfuggire ad un’esistenza grama. Quest’ultimo caso potrebbe applicarsi all’italoamericano Robert Baldini ed all’afroamericano Jake Brown che stanno per affrontarsi su un ring di Las Vegas per decidere chi sarà il campione mondiale della loro categoria.

            C’è chi manovra nell’ombra per truccare l’esito dell’incontro e chi vuole fermarli e consentire che il match si disputi lealmente. Questa è la loro storia.

            Mi chiamo Ben Urich, sono un giornalista e ve la racconterò,

 

            In una saletta della sede di Las Vegas dell’esclusivo nonché famigerato Club Infernale si fronteggiano due uomini e due donne.

La donna dai capelli rossi si chiama Natalia Alianovna Romanova ma negli Stati Uniti è conosciuta con la versione anglicizzata del suo nome, Natasha Romanoff, ed ancor più con il suo nome in codice di spia e supereroina: Vedova Nera. È stata lei a portare gli altri in questa saletta riservata e non tutti ne sono entusiasti.

-Mi auguro, Miss Romanoff, che si renda conto che ha minacciato di morte lo Sceriffo della Contea di Clark.- le dice con voce apparentemente calma un afroamericano alto e calvo.

-Ed io mi auguro che lei sappia che non gioverebbe molto alla sua carriera se si sapesse che frequenta il Club Infernale.- ribatte Natasha.

-Non c’è nulla di male.- si intromette l’altro uomo, Benedict Kine, il Re Nero di questa sezione del Club -La nostra è un’istituzione che ha più di tre secoli.-

-Durante i quali è stato il centro di diversi scandali, per tacere dei comportamenti discutibili di alcuni suoi dirigenti. No, Sceriffo, non credo che i suoi elettori approverebbero.- replica ancora Natasha -Per non parlare del fatto che stava per rompere un braccio ad una giornalista.-

                La giornalista in questione sono io: Candace Nelson e prima del pronto intervento di Natasha non me la stavo passando per niente bene.

-Non lo avrei mai fatto.- ribatte lo Sceriffo Fredericks -Volevo solo spaventarla per costringerla a raccontare perché era qui. E a proposito, perché c’era anche lei?-

-Segreto professionale.- risponde Natasha sorridendo -Immagino che Miss Nelson dirà la stessa cosa..

-Infatti.- replico -Tutto quello che posso dire è che mi ha indirizzato qui una fonte confidenziale di cui non farò ovviamente il nome, che mi ha anche permesso di infiltrarmi nell’entourage di Wolf Dietrich… almeno finché lei, Sceriffo, non mi ha rovinato la copertura.-

                La reazione di Fredericks a quel nome è la stessa che se avesse ricevuto un pugno in faccia.

-Dietrich è qui?- esclama.

-C’era fino a pochi minuti fa. Ora, forse, avrà ritenuto più prudente eclissarsi assieme alla sua amichetta.- rispondo.

-La sua amichetta era una bionda dai capelli a caschetto di circa 25 anni?-

-Esattamente. Un tipo di poche parole.-

-Insomma, chi è questo Wolf Dietrich?- interviene Kine.

-È un tedesco. Ufficialmente un uomo d’affari, ufficiosamente un membro della Commissione Internazionale del Maggia.[1] L’Interpol e le maggiori polizie del mondo hanno un dossier su di lui ma finora non è stato possibile incriminarlo di niente.- spiega Fredericks -Normalmente viaggia in compagnia di due donne, entrambe killer professioniste anche se…-

-Non ci sono prove neanche su di loro, giusto?- commenta Natasha.

-Infatti. Ero stato avvisato della loro presenze in città ma non immaginavo che proprio questo posto fosse l’obiettivo di Dietrich.-

-Mi chiedevo una cosa.- intervengo -Lo Sceriffo ha detto che Dietrich viaggia abitualmente con due donne ma io ne ho vista solo una. Dov’è l’altra?-

 

                La ragazza bionda ed attraente cammina tranquilla. Con la destra stringe la custodia di un violino ed un violino è esattamente quello che chi la aprisse ci troverebbe ma spesso le apparenze ingannano.

            Una limousine nera le si affianca, uno sportello si apre ed una voce d’uomo le dice:

-Entra.-

            Lei obbedisce e si siede davanti ad uomo grosso, quasi calvo che indossa un abito scuro fatto indubbiamente su misura. Al suo fianco siede una giovane donna con i capelli biondi a caschetto che indossa un tailleur nero gessato.

-Com’è andata?- chiede l’uomo, il cui nome è Wolf Dietrich, alla nuova venuta.

-Tutto come da copione, nessuna difficoltà.- risponde lei.

-Intanto sono sorte delle complicazioni impreviste. Qualcuno ha cercato di infiltrare una talpa tra di noi. Per fortuna è stata scoperta in tempo ma ora sarà necessario fare una drastica pulizia.-

-La nostra specialità.- replica la ragazza.

 

 

2.

 

 

            Un’auto nera con la sirena sul tettuccio si ferma davanti a noi e ne scende una donna bionda dalle gambe interminabili che ostenta un distintivo dorato sul risvolto della giacca.

-Sono il Tenente Katherine Willows, Polizia di Las Vegas.- si presenta.

-Piacere di conoscerla, Tenente.- replico -Io sono Ben Urich e lavoro per il Daily Bugle di New York. Il mio amico…-

-È il vigilante in costume chiamato Devil. Dubito che lo si possa confondere con qualcun altro. Adesso vuol dirmi cos’è successo? Chi ha chiamato il 911[2] ha parlato di un rapimento.-

-Il mio rapimento e sono stato proprio io a chiamarvi. Devo dire che non mi aspettavo un intervento così rapido e da un detective per giunta.-

-Pura fortuna. Mi trovavo da queste parti per altri motivi e sono accorsa subito. Ora, se voleste raccontarmi cos’è successo…-

-È presto detto: dei gangster agli ordini di Nick Cavella mi hanno rapito e portato qui. A quanto pare, a Cavella non piaceva che io stessi facendo troppe domande sulle scommesse sull’incontro di boxe di domani. Senza l’intervento del mio amico Devil la mia prossima destinazione sarebbe stata sotto due metri di terra nel deserto.-

-Ha detto Nick Cavella? È sicuro che forse lui?-

-L’ho riconosciuto da alcune foto. L’ho anche chiamato per nome e non ha negato.-

-Anche il tuo angelo custode vestito da diavolo lo ha visto? Potrebbe riconoscerlo?-

-Dubito che potrei essere utile, Tenente - risponde Devil. -Ero troppo occupato a scansare proiettili e stendere i tipi che avevano rapito Ben per soffermarmi sulle loro facce e dopo di Cavella ho potuto vedere solo la schiena mentre fuggiva.-

            Nemmeno quella in realtà ma la detective non ha alcun bisogno di sapere che Devil è cieco e che riesce a fare quello che fa solo grazie a straordinari supersensi.

-Proverò ad arrestarlo ma scommetto che avrà almeno quattro testimoni disposti a giurare che per tutta la serata non si è mai mosso da un tavolo da poker o qualcosa di simile.- conclude la Willows

            Non ne sarei affatto sorpreso neppure io.

-Sta indagando sull’incontro? Perché?- mi chiede la detective.

            Sto per appellarmi al segreto professionale quando lei riceve una telefonata.

-Cosa c’è?- chiede poi esclama -Cosa?-

Dalla sua espressione è ovvio che ci sono brutte notizie.

-Arrivo subito.- conclude.

-           L’istinto del giornalista prende il sopravvento e chiedo:

-Cosa sta succedendo?

-Qualcosa che non piacerà di certo al suo amico Devil.- risponde la Willows -Hanno sparato ad un supereroe.-

 

            L’uomo che entra nell’ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York ha circa cinquant’anni ed un viso roccioso e deciso solcato da rughe.

-Benvenuto Mr. Gerard.- lo accoglie il Vice Procuratore Justin Baldwin -Si metta pure comodo.-

-Preferisco restare in piedi, grazie.- replica il Vice U.S. Marshal Sam Gerard -Posso sapere perché avete voluto vedermi?-

            È il Procuratore Evelyn Stanzler a rispondere dicendo solo due parole:

-Il Punitore.-

-Lo immaginavo. Da quanto ho sentito, se l’è filata dal carcere federale di Manhattan dopo aver ucciso un boss della mafia rumena e se n’è andato passando dall’ingresso principale.[3] Volete che sia io a mettergli il sale sulla coda?-

-Lei è il migliore nel dare la caccia ai latitanti.- interviene Baldwin -Se qualcuno può catturarlo, quello è lei.-

-Grazie per la lisciatina al pelo. Ovviamente non posso rifiutare. Radunerò la mia squadra e mi metterò subito al lavoro.-

-Pare sia stato visto a Seattle.-[4]

-Ed in una dozzina di altri posti diversi contemporaneamente ci scommetto. Beh, ci sono abituato. Può andare da un capo all’altro del mondo per quanto mi riguarda, ma alla fine lo scoverò.-

 

            Non capita spesso nemmeno a Las Vegas che un cecchino spari ad un supereroe nella camera da letto di un prestigioso hotel di lusso e tantomeno che accada nell’attico della proprietaria.[5]

            Ho conosciuto solo da poco il Maggiore Libertà ma mi è sembrato un tipo a posto. Spero davvero che se la cavi.

            I poliziotti che sono arrivati dopo Katherine Willows prendono in consegna i gangster mentre la Detective si rivolge a noi:

-Lo Sceriffo vuole vedervi-

-Tutti e due?-

-Già, pare che ci siano altre novità che vi riguardano.-

            Mentre Willows si dirige verso il Coliseum Casinò, Hotel and Resort, noi veniamo accompagnati alla centrale del Dipartimento di Polizia Metropolitana di Las Vegas.

            Anche se non li posso vedere, posso immaginarmi gli sguardi sorpresi al nostro ingresso. Non capita spesso da queste parti di vedere vigilanti in costume.

            Ancora prima di entrare nell’ufficio dello Sceriffo, riconosco i segni distintivi di chi è all’interno e so che i guai devono essere seri.

            Ben è ovviamente sorpreso.

-Vedova Nera, Candace?- esclama -Che sta succedendo?-

-Vi conviene mettervi comodi.- risponde Natasha -Abbiamo un po’ di cose di cui parlare.-

 

 

3.

 

 

            Un tempo Alexander Bont sarebbe venuto a questo incontro affiancato da almeno un paio di guardaspalle e sarebbe stato trattato con il rispetto dovuto ad un capo del suo rango ma quel tempo è ormai passato. Lui non è più il re di Hell’s Kitchen ma solo un vecchio ormai vicino a morire e la stessa mafia irlandese è ormai quasi estinta.

            Viene accompagnato nel salottino dove un uomo vestito di nero, calvo e dal fisico massiccio se ne sta seduto in una poltrona abbastanza ampia da contenere comodamente uno della sua stazza. Ai suoi lati sono sedute due ragazze bionde mentre Nicky Cavella siede un po’ più discosto.

Bont gli rivolge un sguardo di velato disprezzo. I Cavella sono stati una famiglia importante a Chicago prima che il Punitore li sterminasse quasi tutti. Quasi, appunto, perché Nicky è sopravvissuto ma, per quanto gli piacerebbe farlo credere, non è all’altezza del padre e dei fratelli defunti.

-Bont.- dice l’uomo in poltrona con un leggero accento tedesco.

-È sempre un piacere vederti, Dietrich.- replica Bont sedendosi davanti a lui.

            Wolf Dietrich solleva un sopracciglio, unico segno del suo scetticismo rispetto a quell’affermazione poi parla di nuovo.

-Mi dicono che hai investito un… come dite voi americani? Oh sì: un bel gruzzolo su Robert Baldini.-

-Le voci corrono, vedo.-

-Posso chiederti perché?-

-Nulla di Strano. È un ragazzo in gamba e sono convinto che farà strada. Non dirmi che la cosa preoccupa il direttivo del Maggia. Io sono fuori dal giro ormai.-

-Non si è mai davvero fuori dal giro, Alexander e tu lo sai bene. Cosa hai in mente?-

-Solo di fare un po’ di soldi grazie ad un pugile di valore. Davvero la cosa ti sorprende, Wolf?-

Dietrich si limita a fare una smorfia e replica:

-Jake Brown vincerà l’incontro. È deciso.-

-Deciso da chi? Da quella nullità di Nicky la checca, forse?- ribatte Bont con un sorrisetto sardonico,

            Cavella salta in piedi e grida:

-Come ti permetti di parlarmi così, vecchio?-

-Credi di farmi paura, bamboccio? Sbagli.-

-Siediti, Nick.- intima con voce ferma Dietrich.

-Questo rottame mi ha insultato!- insiste Cavella.

-Siediti.- ripete Dietrich.

-Sì, Nicky, siediti. Obbedisci al padrone da bravo cagnolino.- commenta Bont.

            Cavella sembra voler dire qualcosa poi ci ripensa e si siede sbuffando mentre Bont si rivolge di nuovo a Dietrich:

-Nulla è veramente deciso finché non avviene, Wolf. Potresti restare sorpreso.-

-Ritirati finché puoi, Bont. È un consiglio da amico.-

-Altrimenti? Mi farai uccidere da tua figlia o dall’altra tua efficiente assassina? Morirò comunque tra sei mesi. Ho un cancro all’ultimo stadio, per questo sono stato graziato. La tua sarebbe una minaccia senza valore. Sai, è curioso come sapere che stai per morire ti renda praticamente senza paura.-

            Wolf Dietrich non replica.

 

            Lo ammetto: ho un talento naturale per cacciarmi nei guai e mi tocca anche cercare di spiegarmi con Ben Urich senza dirgli cose che è meglio che lui non sappia.

-Ti sei fatta passare per una prostituta per agganciare uno spietato gangster internazionale?- sbotta Ben -Ma ti ha dato di volta il cervello?-

-Che vuoi che ti dica.- ribatto -Mi sembrava una buona idea al momento. Non immaginavo che qui a Las Vegas ci potesse essere qualcuno in grado di riconoscermi.-

-Ammetto di aver agito d’impulso.- interviene lo Sceriffo Fredericks -Riflettendoci meglio, avrei dovuto aspettare a smascherarla.-

                Qualcosa di molto vicino a delle scuse. Credo di non potermi aspettare di più da uno come lui.

-Non tormentare Candace, Ben.- interviene la Vedova Nera -Forse ha esagerato ma anche tu hai fatto cose rischiose per ottenere informazioni.-

-E mi hanno quasi ammazzato.- replica Ben -Porto ancora sulla schiena le cicatrici della lama di Elektra ed il polso che mi ha spezzato quella sadica falsa infermiera agli ordini di Kingpin mi fa ancora male nei giorni di pioggia.-

-Ma sei sopravvissuto e non hai perso il vizio di cacciarti nei guai come stasera.- commenta Devil -A questo proposito, non credo che ci troviamo qui solo per testimoniare sul tuo rapimento, dico bene?-

-A quanto pare, stavamo tutti seguendo la stessa pista da direzioni differenti.- interviene la Vedova -Non è vero, Sceriffo?-

-Esattamente.- risponde Fredericks -Noi di Las Vegas ci vantiamo di aver respinto il crimine organizzato alle attività più marginali ma non l’abbiamo sradicato. Con la morte del boss Sebastian Reed le sue attività sono state quasi tutte acquisite da Suzy Berengetti che ne ha, diciamo così, smussato gli angoli più spigolosi. Una situazione che potevo anche accettare per amore della pace, ma non il Sindacato di Chicago che ha mandato qui Nick Cavella per salvare il salvabile.-

-A quanto pare, la cosa interessa anche il Maggia.- interviene ancora la Vedova Nera -E qui arriviamo a Wolf Dietrich, un pezzo grosso della Commissione del Maggia specializzato in omicidi, che viene qui solo per assicurarsi che un pugile su cui sono stati investiti molti soldi vinca un incontro sia pure decisivo? Qualcosa non mi convince.-

                Le parole della Vedova mi fanno riflettere: possibile che l’incontro di boxe sia solo uno schermo, una cortina fumogena… per nascondere cosa?

 

                Robert Baldini è seduto ad un tavolino del bar del Coliseum e sta finendo una bibita quando gli si avvicina un nero massiccio che lo saluta:

-Ciao Bob, posso sedermi?-

-Fai pure, Jake. Questo è ancora un paese libero a quanto ne so.-

            Jake Brown si siede e dopo aver ordinato una bibita analcolica si rivolge di nuovo a Robert:

-Ci tenevo a dirti che almeno per quanto mi riguarda quello di domani sarà un match assolutamente leale.-

-Non ne dubito, Jake. Hai fama di essere onesto ma puoi dire lo stesso dei tuoi manager? Li ho visti e non posso dire mi abbiano fatto una buona impressione. Ho avuto a che fare con i gangster[6] e li riconosco al volo ormai.-

-Forse hai ragione, ma da me non avrai scherzi, ti ripeto. Io gioco pulito.-

-Ed io farò lo stesso… sperando che basti.-

 

 

4.

 

 

            Usciamo dalla Centrale di Polizia e Natasha mi sussurra:

-Che intendi fare, adesso, Matt?-

-Ben e Candace dovrebbero essere al sicuro sotto la protezione della Polizia ma chi ha sparato al Maggiore Vittoria è ancora libero e mi piacerebbe fare qualcosa per catturarlo.-

-Solidarietà tra maschere?-

-Qualcosa del genere. Vieni con me?-

-Vorrei seguire una mia intuizione.-

-A proposito dei veri motivi di quel Dietrich?-

            La immagino sorridere mentre mi risponde:

-Esattamente, tesoro. Chissà che non riesca a scoprire qualcosa prima di te.-

-Questa non è una gara, Natasha.-

-Questo lo dici tu, mio caro.-

Inutile dirti di stare attenta, vero?-

-Quanto lo sarebbe dirlo a te. -

            Sorrido e lancio il cavo del mio bastone verso un cornicione di un palazzo vicino. La mia caccia comincia.

 

            Sono un giornalista, l’ho detto un sacco di volte e forse la cosa vi avrà stancato. Il mio lavoro è raccogliere notizie e raccontarle ai miei lettori perché possano farsi opinioni basate sui fatti, una cosa che oggi pare non andare più di moda, purtroppo.

            Bloccato in una cosiddetta casa sicura sotto protezione della polizia ho tutto il tempo per riflettere e perfino per fare ricerche grazie ad un efficientissimo Starkphone.

            Non c’è molto su Wolf Dietrich e sulle sue killer in gonnella. Molti si dice e pochi veri fatti. La Vedova Nera ha ragione: non ha senso che uno come lui sia venuto a Las Vegas solo per truccare un incontro, ma allora qual è il suo vero scopo? Sono certo che oggi ho visto o sentito qualcosa di importante ma non riesco a focalizzarlo. Cos’era?

 

Raggiungo il tetto del palazzo di fronte al Coliseum e trovo facilmente la postazione da cui ha sparato il cecchino che ha ferito il Maggiore Libertà. I tecnici della famosa C.S.I. di Las Vegas sono ovviamente già passati di qui ed hanno passato tutto al setaccio ma forse i miei supersensi possono cogliere indizi che a loro sono sfuggiti. Il primo è un residuo di profumo femminile. Il cecchino era una donna.

            Provo a seguire quella traccia che si interrompe dopo qualche isolato. Il residuo di profumo si confonde con quello di olio per motori e benzina. È salita su un’auto che l’aspettava.

Uhm, interessante. L’auto ha una piccola perdita d’olio. Nulla di serio per loro ma quanto basta per darmi una pista da seguire e la seguirò.

 

 

5.

 

 

            Il Desert’s Gentlemen’s Club si trova appena fuori dai confini della Città di Las Vegas, proprio ai margini del deserto, ma la sua clientela abituale non è esattamente composta da gentiluomini.

            L’uomo che da queste parti è noto come Malcolm Peterson è uno di questi clienti abituali. Tutti lo conoscono come un piccolo allibratore, indipendente, un tipo simpatico con una faccia da schiaffi che ricorda quella di Clark Gable, o, se preferite un riferimento più recente, Brad Pitt nel film “Bastardi senza gloria”. Pochi immaginerebbero che nasconde un segreto pesante, un segreto che potrebbe far venire ad alcuni dei clienti la voglia di ucciderlo. Ma non è del suo segreto che parleremo oggi.

-Sei tutto solo, Mal? Niente compagnia?-

            Peterson alza gli occhi a quella voce e si trova di fronte uno stacco di bionda fasciata in un vestito nero così aderente da lasciare poco spazio all’immaginazione.

            “Non sono cattiva è che mi disegnano così.”. Chissà perché gli viene in mente questa frase vedendo Goldie Hawthorne? Sorride istintivamente pensando a quando ha visto “Chi ha incastrato Roger Rabbit”. Un uomo diverso, in un tempo diverso in una città diversa.

-Ho detto qualcosa di divertente?- chiede la bionda sedendosi senza attendere inviti.

-Sorrido sempre quando ti vedo, Goldie. Tu da sola basti ad illuminare l’intero locale.-

-Non esagerare con i complimenti… anche se ad ogni donna fa piacere riceverli e mi fa piacere vederti. È bello avere un amico nei momenti difficili.-

-Ti riferisci all’attentato a quel supereroe? Se tu fossi di New York non ti scuoterebbe per niente.-

-Tu sei di New York, giusto? Hai mantenuto l’accento. Conosci qualche supereroe per caso?-

-Mai avuta questa fortuna, se di fortuna si può parlare. Perché questa domanda?-

-A te posso dirlo, Mal, mi fido di te: temo di aver stuzzicato un nido di vespe e adesso ho paura.-

            Se una come Goldie dice una cosa simile, deve trovarsi in guai davvero seri, pensa Malcolm poi improvvisamente vede qualcosa che gli fa capire quanto lo siano.

 

            La pista mi porta ad un garage sotterraneo e ad una limousine all’interno della quale aleggiano ancora l’odore di un dopobarba e di due profumi femminili distinti di cui uno è quello della killer a cui sto dando la caccia.

            Sono così concentrato su di lei che mi avvedo troppo tardi che qualcuno è arrivato alle mie spalle.

            Prima che possa muovermi una garrota mi stringe il collo.

 

            La Vedova Nera ha seguito un’intuizione che l’ha portata dove si trova adesso. Forse a Nicky Cavella interessa davvero il match tra Baldini e Brown ma per Wolf Dietrich è solo uno schermo per nascondere il suo vero scopo.

Suzy Berengetti ha, per così dire, ereditato le proprietà del defunto Sebastian Reed ed ora sta per assicurarsi all’asta anche i beni di uno degli uomini più ricchi di Las Vegas morto senza lasciare eredi.

            Il Maggia, Natasha ne è certa, vuole impadronirsi di tutto questo e per riuscirci deve assolutamente togliere di mezzo l’ultimo ostacolo. Il vero bersaglio di Wolf Dietrich e delle sue killer è Suzy Berengetti.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Lo so: avevo detto che avrei concluso in questo episodio ma proprio non ce l’ho fatta. Troppo ancora da raccontare. Ora veniamo alle scarne note:

1)     Il Tenente Katherine Willows del LVMPD è ovviamente un omaggio all’omonimo personaggio del serial televisivo C.S.I. che sicuramente conoscete.

2)     Sam Gerard è altrettanto ovviamente ispirato al personaggio dei film “Il fuggitivo” e “U.S. Marshal caccia senza tregua”.

3)     Chi è davvero Malcolm Peterson? Non lo saprete tanto presto. L’unico indizio che posso darvi è che è stato comprimario di una serie Marvel degli anni 90.

4)     Questo episodio è leggibilissimo anche senza aver letto Marvel Knight #118 ma se lo leggeste, fareste cosa gradita al suo autore. -_^

 

 

Carlo

Nel prossimo episodio: molti nodi vengono al pettine e molta gente si picchia.



[1] Il Sindacato internazionale del Crimine.

[2] Numero delle emergenze negli Stati Uniti.

[3] Su Pantera Nera #17.

[4] Vedi Crisi segreta #1

[5] Vedi Marvel Knight #118.

[6] Nello speciale MIT per i cinquant’anni di Devil.